SolidWorld presenta: la tecnologia SolidWorks per una nuova automobile, Effeffe Berlinetta
Un’auto di ieri concepita oggi
Effeffe Berlinetta si ispira alle grandi auto sportive italiane del passato; un’auto coupé due posti che nasce oggi, ma rispetta idee e concetti tecnici di oltre mezzo secolo fa. Accanto a una intensa manifattura manuale, tutte le più moderne tecnologie appaiono in questo progetto, supportato dalla passione di tanti e dalle competenze multidisciplinari di SolidWorld Srl tra cui la Tecnologia SOLIDWORKS.
A cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 in Italia oltre cinquecento artigiani erano impegnati nella costruzione di automobili, dai più conosciuti ai piccoli e piccolissimi; non solo nell’area emiliana (poi diventata famosa come “motor valley”), anche a Milano, Napoli, Torino, Palermo, molte cantine ospitavano attività motoristiche. Prima di diventare mito, Ferrari nasceva così, in un anonimo garage a Modena, come d’altronde Osca, Maserati, Stanguellini, Siata, Moretti e tanti altri marchi ormai scomparsi. Era la filosofia del “gentleman driver” che con la stessa vettura accompagnava la signora al ristorante e la domenica andava a correre: praticamente ogni settimana c’era una gara cui partecipare; la più famosa era la Mille Miglia.
Un’avventura ha inizio
La passione per l’auto in generale e in particolare per le GranTurismo di quel periodo irripetibile è sempre stata viva nei decenni in Vittorio e Leonardo Frigerio, due fratelli imprenditori di Verano Brianza (Milano). La massima aspirazione sarebbe stata quella di costruirne una da zero, magari approfittando dell’evoluzione della tecnologia.
Hanno cominciato a spargere la voce, e man mano che le persone venivano a conoscenza dell’idea, anziché bollarla come pazzesca, cresceva l’entusiasmo. Ecco quindi l’amico progettista, il fabbro abilissimo con le saldature, il meccanico esperto in grado di dare preziosi consigli, il pilota per le prove nottetempo, in periferia; proprio come ai vecchi tempi.
Accanto all’interesse di giovani appassionati, fan-no parte della squadra molti uomini dal passato professionale e sportivo legato all’Alfa Romeo. Una grande avventura per amici dai 30 agli 80 anni, al lavoro di notte, al sabato, alla domenica: “Tante persone hanno fornito gratuitamente tempo e esperienza. Fin dall’inizio ci ha guidato lo spirito dei maestri motoristi e telaisti italiani degli anni cinquanta e sessanta. L’unico approccio artigianale possibile nella realizzazione di una vettura è il telaio in tubi di ferro; infatti la carrozzeria portante presuppone investimenti troppo elevati, tipici dell’industria che produce in larga scala. Lo schema in voga sessant’anni fa era quello della “barchetta”. Prima la Balilla, poi la Fiat 1100, quindi l’Alfa: si utilizzava solo il telaio, niente tetto, niente parabrezza, due posti, una carena e via. D’altronde Ferrari ha costruito per decenni le proprie vetture con tubi a sezione ellittica”.
Il partner per la tecnologia
Non sarebbe stato possibile portare a termine il progetto in breve tempo senza l’impiego delle tecnologie informatiche; l’anello mancante è stato trovato per caso, per un incontro tra amici, con l’ingresso nella squadra di Carlo Sirtori, un progettista esperto in ambiente CAD, in realtà uno dei primi utenti di SolidWorks in Italia. Oggi lavora con SolidWorld Srl, nucleo storico di SolidWorld GROUP, gruppo di aziende che convintamente propongono e supportano la “filiera” digitale ritenendola la via più efficiente per portare i progettisti dall’idea all’oggetto.
Gran parte del lavoro è stato eseguito nel tempo libero di tutti coloro che hanno preso parte all’avventura “Effeffe”, ma il Gruppo ha appoggiato fin da subito l’idea dei fratelli Frigerio, anche mettendo a disposizione risorse e uomini. Sirtori ha interamente progettato in SolidWorks il telaio e la meccanica della vettura, utilizzando varie funzionalità del software, dallo sviluppo della struttura nell’ambiente “weldments” alla predisposizione alla saldatura nelle funzioni di carpenteria, dalla modellazione solida tridimensionale all’elaborazione dei supporti e delle piastre nel modulo “lamiera”. D’altronde le soluzioni SolidWorks coprono tutti gli aspetti del processo di sviluppo di un prodotto, compresa la verifica, la progettazione sostenibile, la comunicazione e gestione dei dati, attraverso un flusso di lavoro integrato e continuo. Così si riducono i tempi del ciclo di sviluppo e si incrementa la produttività.
Sirtori rivela: “Abbiamo cercato di standardizzare per quanto possibile la sezione dei tubi, nell’ottica di una più semplice industrializzazione. Tutto il telaio è controventato con “fazzoletti” di lamiera alle giunture dei tubi per garantire rinforzo e rigidità. Abbiamo predisposto sulle piastre opportuni maschietti di riferimento che svolgono così anche la funzione di dima di montaggio: il saldatore mette le piastrine in posizione, incastrandole con i riferimenti sui tubi, e il suo lavoro è enormemente facilitato; non può sbagliare e ogni telaio sarà uguale al successivo. SolidWorks si è rivelato un ambiente perfetto per tutte le operazioni. Il taglio e la piegatura dei tubi viene eseguito con macchine a controllo, quindi la precisione è assoluta. SolidWorks ci ha consentito di produrre quasi automaticamente le distinte di taglio, i disegni da consegnare al taglio laser, lo schema delle linee di piega”.
La progettazione è proseguita con lo studio e l’adattamento dell’avantreno tramite uno scatolato di lamiera, mentre al retrotreno è stato utilizzato il ponte rigido posteriore tipico dell’Alfa fino a inizio anni ‘60; è stato tuttavia profondamente modificato negli attacchi al telaio. A due occhielli sono collegati due tiranti, mentre per la trasmissione è stato adottato un differenziale autobloccante acquistato in Inghilterra, dove è fiorente un mercato di componentistica per gare, costruiti oggi sulla base degli originali.
Dall’artista all’industrializzazione
Il motore pensato per la Effeffe Berlinetta è quello della Giulia Alfa Romeo; il primo esemplare è stato recuperato sul mercato dell’usato. A cura della filiale SolidWorld è stato disegnato ex novo nella sua interezza in SolidWorks, completo di carburatori, alberi a camme, ingranaggi, pulegge, valvole e pistoni. Il tutto regolarmente animato grazie agli algoritmi di cinematismo di SolidWorks: “Questo esercizio è servito moltissimo perché abbiamo potuto verificare tutti gli ingombri, scegliere i punti migliori in cui far passare gli scarichi, dove sistemare il comando del gas, modificando e aggiustando, per esempio la campana della frizione. Sul telaio così ultimato la carrozzeria è stata costruita interamente a mano da un battilastra, un artigiano praticamente artista che ha “adagiato” fogli di alluminio di spessore 0,8 su un leggero telaietto di tubi”.
Un vero e proprio valore aggiunto
Sirtori ne è certo: “Senza la strategia della prototipazione digitale, questo progetto non sarebbe mai decollato. Sarebbero ben presto finiti i soldi, spesi a costruire fisicamente i prototipi, per non dire del tempo enormemente dilatato; saremmo ancora alle prese con le prime valutazioni. Il vero valore aggiunto qui non è solo la possibilità di progettare tubi da tagliare e saldare, ma piuttosto le decine e decine di soluzioni alter-native, tutte virtuali, che abbiamo potuto esaminare senza perdere tempo, impiegare risorse, spendere denari. Non si è trattato di varianti puramente estetiche, ma funzionali: ingombri, movimenti, interferenze, ottimizzazione di componenti, di tecniche di assemblaggio. Tutti coloro che erano coinvolti potevano osservare sullo schermo l’evoluzione della progettazione in revisioni successive; davano pareri e consigli attraverso la simulazione a video. Una volta validata la configurazione definitiva, abbiamo costruito sul sicuro: il primo telaio realizzato era già perfetto. Praticamente non abbia-mo costruito alcun prototipo!”.
Anche Vittorio e Leonardo Frigerio sono ampiamente soddisfatti: “Il telaio si è rivela-to magnifico, il retrotreno rimane incollato alla strada e la leggerezza della struttura permette prestazioni straordinarie in rapporto alla potenza disponibile. L’idea è ora di mettere in produzione questa vettura due posti sportiva, semplice, che applica i medesimi concetti di sessant’anni fa interpretati e corretti per ottimizzarne l’efficienza e la razionalità di funzionamento”.
Oggi la Effeffe Berlinetta è pronta per essere costruita artigianalmente in una ventina di esemplari all’anno; il prezzo dovrebbe oscillare sui 300mila euro.
Un patrimonio di conoscenze
Progetti come questo della Effeffe Berlinetta si avvalgono generalmente della collaborazione di costruttori di apparecchiature o multinazionali del software. E’ la prima volta che il ruolo di sponsor tecnologico è rappresentato da una società privata di servizi come SolidWorld GROUP, non direttamente proprietaria degli strumenti a catalogo ma distributore. Ha dimostrato di avere al proprio interno tutte le conoscenze per portare a termine un progetto così complesso come quello di progettare e costruire una vettura. Stesura di schemi, modellazione solida e di superfici, analisi strutturale, fluidodinamica, simulazione di cinematismi, prototipazione digitale, stampa 3D: ogni fase ha visto la presenza dei suoi esperti.
Il presidente del gruppo Roberto Rizzo precisa: “Tutte le società di SolidWorld GROUP vengono da realtà già consolidate e hanno vissuto in prima persona tutti i passaggi e le evoluzioni degli ultimi trent’anni. Siamo probabilmente l’unico gruppo nel settore del Cad/Cam/Cae in Italia in grado di coprire tutte le tecnologie digitali oggi disponibili, dall’ideazione del prodotto fino al lancio sul mercato. La disponibilità di tutte le tecnologie è di importanza strategica; la clientela apprezza moltissimo l’abilità nell’offrire una consulenza globale”. Il nucleo storico SolidWorld Srl è “Autorized Reseller SolidWorks” per l’Italia e “Certified Training and Support Provider”, certificazioni rilasciate dalla casa madre che attestano la qualità del servizio e delle strutture offerte per la formazione e l’assistenza al cliente.
Interesse mondiale
La prima presentazione ufficiale della Effeffe Berlinetta è avvenuta nel 2014 al tradizionale Concorso di Eleganza a Villa d’Este di Cernobbio, l’evento europeo più importante nel campo dell’automobile in Europa: “Non osavamo nemmeno sperare che ci avrebbero accettato! Invece il comitato organizzatore (praticamente la potente BMW) ha ritenuto che quest’auto potesse degnamente rappresentare il futuro dell’automobile, coniugando l’estetica retrò con la tecnologia al massimo livello, ammettendola nella ristrettissima categoria “Prototipi e Concept cars”. E’ stato un successo superiore a ogni aspettativa. Lì è nata la consapevolezza che la nostra berlinetta potesse diventare qualcosa di più di una semplice scommessa, trasformandosi in un vero e proprio progetto artigiano. La stampa mondiale specializzata ha immediatamente sposato questo concetto; in un paio d’anni abbiamo collezionato più di 1500 pagine di testimonianze, come si vede dal nostro sito Internet www.effeffecars.com. Questa avventura è ormai conosciuta in tutto il mondo”.
Chiunque si avvicini alla Effeffe Berlinetta ne apprezza entusiasticamente tutti i dettagli. Tra i tanti, ulteriori riconoscimenti, spicca quello del vice presidente della giunta regionale lombarda Fabrizio Sala, che ha consegnato un premio quale opera che contribuisce allo sviluppo di storia e immagine dell’automobilismo lombardo. In un’altra occasione nel Principato di Monaco, il principe Alberto, appresi i particolari dell’iniziativa, è voluto intervenire alla presentazione ufficiale di persona, scoprendo simbolica-mente la vettura esposta.
La scheda tecnica di Effeffe Berlinetta
Tipo di telaio: tubolare in acciaio
Berlinetta 2 porte, 2 posti. Carrozzeria battuta a mano in alluminio
Sospensioni anteriori: indipendenti, con parallelogramma articolato e posizionamento del gruppo molla ammortizzatore in-board con schema push-rod. Barra stabilizzatrice anti-rollio. Barra di collegamento tra le due sospensioni anteriori Gruppo molla ammortizzatore coassiale regolabile.
Sospensioni posteriori: ad assale rigido. Puntone inferiore di ancoraggio al telaio, di spinta e reazione. Puntone superiore longitudinale per contrastare le forze in accelerazione e in frenata. Parallelogramma di Watt. Barra stabilizzatrice anti-rollio. Gruppo molla ammortizzatore coassiale.
Freni: anteriori e posteriori a disco con pinze Ate in lega leggera, doppio circuito sulle 4 ruote, doppia pompa a comando idraulico
Sterzo: a cremagliera
Peso a secco: 790 Kg