Piano di transizione industry 4.0
Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 sostituisce il precedente piano industria 4.0.
Si tratta di fondi dedicati ad aziende che investono in innovazione che consistono in un’unica misura, con aliquote differenti per diverse categorie di beni in crediti d’imposta per 2 anni.
Il nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0 si pone due obiettivi fondamentali:
- stimolare gli investimenti privati
- dare stabilità e certezze alle imprese con misure che hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023
Per quanto riguarda i crediti d’imposta sui beni strumentali è stata pensata la misura al 6% per investire fino a 2 milioni di euro. Prevista anche una misura specifica per i beni immateriali, in particolare i software: credito di imposta al 15% per investimenti con tetto fino a mezzo milione di euro.
Le nuove regole prevedono anche ulteriori crediti di imposta per altre categorie:
- 12% fino a 3 milioni di euro di investimento per R&S – Ricerca e sviluppo
- 10% con investimenti fino un milione e mezzo di euro per progetti green e trasformazione digitale
- 6% per investimenti fino a un milione e mezzo di euro in design
A chi è rivolto il Piano di transizione industry 4.0
Il Piano Transizione 4.0 “si rivolge a tutte le imprese residenti in Italia, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022”.
É prevista una proroga di sei mesi, ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Cosa è escluso dagli incentivi del Piano di transizione industry 4.0
Le regole per avvalersi del credito di imposta prevedono che gli investimenti siano fatti da aziende che si trovano in Italia, tra il primo gennaio e il 31 dicembre del 2020, oppure fino al 30 giugno 2021 ma solo se entro il 31 dicembre 2020 è stato accettato l’ordine ed è stato pagato il 20% del costo. Il credito di imposta concretamente sarà fruibile tramite compensazione con il modello F24. I beni esclusi dalle misure previste sono i seguenti:
- mezzi di trasporto motorizzati
- i beni per i quali “il decreto ministeriale del 31 dicembre 1988 stabilisce coefficienti di ammortamento ai fini fiscali inferiori al 6,5%”
- costruzioni e fabbricati
- condutture delle industrie di imbottigliamento di acque minerali, stabilimenti balneari e termali oppure condutture per la produzione e distribuzione di gas naturale, aerei, materiale rotabile
- i beni descritti come “gratuitamente devolvibili delle imprese operanti, in concessione e a tariffa, nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti”, come riporta la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate
La formazione
Il credito d’imposta è esteso alle spese sostenute per la formazione di dipendenti e anche degli imprenditori. Questo credito d’imposta offre delle importanti opportunità alle imprese italiane, in particolare:
- agevolazione calcolata sul costo del personale impiegato in attività formativa
- aliquota del 50% per piccole imprese, 40% per medie imprese e 30% per grandi imprese con un focus sulla categoria dei lavoratori svantaggiati per cui il bonus previsto è del 60%.
- possibilità di fruizione del credito in compensazione in un’unica soluzione.
Queste le spese ammissibili:
- spese di personale relative ai formatori per le ore di formazione
- costi di esercizio relativi a formatori e partecipanti alla formazione direttamente connessi al progetto formazione (spese di viaggio, materiali e forniture, ammortamento degli strumenti e delle attrezzature)
- costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione
- spese di personale relative ai partecipanti alla formazione e spese generali indirette per le ore di formazione
Il Piano Transizione 4.0 è una misura potenziata e utile a far ripartire il tuo business con un abito nuovo.
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